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UN RESIDUO PENA DI 10 ANNI, 6 MESI E 27GIORNI

di Enzo Fortunato

Sono le ore 5.45, sono sveglia da poco, il tempo di farmi un caffè, lavarmi il viso e fare le preghiere mattutine. Sono Barbara, la donna detenuta a Rebibbia che quando è venuto a farci visita nel mese di novembre le ha mostrato quel piccolo disegno nel quale ho scritto una piccola "banale" poesia che lei mi ha chiesto di recitare sul palco. Fra Enzo, sin dal primo momento lei ha inondato il mio cuore di pace! Sono detenuta dal giugno del 2013 per un residuo pena di anni 10, mesi 6 e giorni 27. Non è la mia prima detenzione, anche se i miei reati non sono gravi la giustizia mi ha presentato un conto salato. Non me ne faccio una ragione, ma ho una grande fede nel Signore che mi aiuta ad andare avanti. La saluto caramente e grazie per l'iniziativa che avete ideato e portato dentro queste mura! Barbara (RM)


Cara Barbara, sono le ore 11.40 ed è da stamattina che leggo e rileggo la tua lettera. Sapere che un semplice momento di colloquio abbia inondato il tuo cuore di pace è per noi la gioia e la ricompensa più grande. Ci aiuta a mettere a fuoco le attenzioni che oggi dovrebbero animare la nostra vita provando ogni giorno almeno a riflettere su questi tipi di realtà facendogli sentire la nostra vicinanza.

Non entro nel merito della questione giustizia, ma vorrei soffermarmi sulla questione carceri riproponendo le parole di papa Francesco che definisce deplorevoli le condizioni detentive che si verificano in diverse parti del pianeta. Queste condizioni costituiscono spesso un autentico tratto inumano e degradante, molte volte prodotto dalle deficienze del sistema penale, altre volte della carenza di infrastrutture e di pianificazione, mentre in non pochi casi non sono altro che il risultato dell’esercizio arbitrario e spietato del potere sulle persone private della libertà.

Ti faccio una confidenza, nei momenti difficili dico sempre a me stesso e alle persone che mi stanno accanto "andiamo avanti!". Queste semplicissime due parole vogliono essere una spinta a non arrendersi, perché è la speranza che deve quotidianamente animare il nostro agire.

Ti saluto caramente e ti prego di portare il mio saluto a tutte coloro che ho incontrato, san Francesco vi accarezzi e vi faccia sperimentare tutta la sua dolcezza e bontà per iniziare, dopo il periodo di "redenzione" una vita migliore.

Un caro saluto di pace e bene.


Enzo Fortunato

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